Terapia scontata o terapia di qualità?

Dott. Sesia e Dott.ssa Guerrasio

Una volta era tutto più semplice, i margini di guadagno erano elevati, le cure dentistiche erano meno strutturate, i pazienti avevano una maggiore capacità di spesa(per carità il conto del dentista è stato sempre fonte di preoccupazione(!) perché alto!) e il dentista poteva fare solo quello per cui aveva studiato, ovvero il dentista.
Oggi si è complicato tutto perché la gestione di uno studio dentistico è molto più complessa e costosa,la gente ha sempre meno soldi per vivere, le cure dentistiche di qualità sono ben più complesse da erogare, i margini di guadagno del dentista si sono enormemente ridotti e quindi tutto ciò a cosa ha portato? Il dentista non può solo fare il dentista ma deve imparare ad essere imprenditore perché lo studio dentistico è diventato per complessità organizzativa un’azienda. Ma ciò cosa può interessare al paziente? Io ritengo che il dentista privato rimanga l’ultimo baluardo di tutela del paziente che non vuole entrare nelle dinamiche economiche /commerciali delle grandi catene di cliniche e non vuole essere un numero di una pratica ma essere conosciuto per nome e cognome nelle sue esigenze individuali, accudito e tutelato nella continuità di un rapporto che dura negli anni e diventa “familiare”.
Cosa si intende per TUTELA DEL PAZIENTE? Per me significa mettere davanti a tutto l’interesse della persona che mi ha scelto come suo dentista, mi ha affidato la sua salute orale e la sua fiducia e che io posso ripagare con il mio reale interesse per la persona, con senso di responsabilità e con la capacità di offrire un servizio di QUALITA’.
Oggigiorno qualità significa sempre più poter aver accesso a tecnologie digitali avanzate che sono molto costose: l’odontoiatria è forse uno dei pochi settori dove negli ultimi anni la digitalizzazione ha determinato una rivoluzione operativa ed economica; considerate che nello studio di Buccinasco, giusto per dire due cifre, gli investimenti degli ultimi 3 anni ammontano a oltre 100.000 euro.
Quindi cosa è successo nell’ultimo ventennio, per capirci? Di fronte ad un popolo che si sta impoverendo (di pari passo con una economia nazionale non efficiente), il dentista (almeno noi sì!!), ha cercato di mantenere stesse tariffe nel passaggio drammatico dalla lira all’euro, compensando nella riduzione dei suoi ampi margini, ha limitato al minimo (una quasi immobilità assoluta nelle tariffe! Pensate che una corona in ceramica nel 1998 costava 1.280.000 lire e nel 2022 745 euro!!! Dovete darmi atto che l’aumento è stato nullo in ben 24 anni!!!) gli aggiornamenti delle tariffe anno dopo anno, ha visto un incremento vertiginoso delle spese di gestione dello studio, ha iniziato ad efficientare l’organizzazione operativa e ha dovuto, suo malgrado, iniziare a pensare a sé stesso in modo diverso perché, per sopravvivere, ha capito che servivano competenze superiori nella gestione della sua attività e una nuova capacità di essere imprenditore.
E così il dentista, per la prima volta in vita sua, ha dovuto conoscere i costi fissi, i costi variabili, il costo orario dello studio, il punto di pareggio (incredibile e drammaticamente vero!!! Uno studio medio non particolarmente ben gestito, inizia il guadagno dopo la copertura delle spese negli ultimi 3 mesi dell’anno!! Io stesso ho fatto fatica a credere ai conti del mio studio !). Questa nuova consapevolezza ha determinato una maggiore attenzione a tanti momenti di gestione dello studio che, avendo un determinato costo orario legato alla sola presenza della struttura (fate conto che per lo studio di Buccinasco andare sotto i 160 euro/ora significa non solo non guadagnare nulla ma neanche coprire i costi fissi!!), non può permettersi ahimè sconti eccessivi, terapie gratuite, appuntamenti saltati all’ultimo momento, radiografie gratuite, ritardi nei pagamenti delle terapie e tanto altro.
Penso che ora forse il paziente possa iniziare a capire che la sua tutela significa ottenere una terapia di qualità che però presuppone una certa capacità economica dello studio dentistico che deriva da un certo ordine nella sua gestione. E qui torniamo alla domanda iniziale! A cosa piffero può interessare al paziente della gestione dello studio del SUO DENTISTA? La risposta sta nella piena collaborazione (un patto storico!) tra il dentista e il suo paziente nell’interesse comune dove il dentista riesce a sopravvivere e a stare sul mercato e il paziente può tenersi il suo dentista di fiducia (con relativa fondamentale tutela e garanzia) e non deve finire a bussare alla porta della clinica.
Spero che la mia schiettezza possa essere apprezzata e abbia permesso di capire aspetti che non si conoscono e neanche si immaginano perché rimane l’immagine storica del dentista ricchissimo e antipatico (per i soldi che guadagna!).
Ritengo che oggigiorno il DENTISTA abbia un ruolo delicato e complesso nel quale va assolutamente trovato e mantenuto un EQUILIBRIO fondamentale tra tutela clinica ed economica del suo paziente (le persone hanno bisogno più che mai di terapie di qualità e accessibili) e capacità di sopravvivenza e crescita dello studio dentistico nel mercato delle grandi catene sanitarie.
Il DENTISTA di oggi, più che mai, ha bisogno dell’appoggio del suo paziente perché insieme si possa andare avanti nell’interesse comune.

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