Oltre 7mila incidenti stradali sono causati dall’OSAS. Una visita dal dentista può evitarlo

Dott. Sesia e Dott.ssa Guerrasio

Il 7% degli incidenti stradali sono causati da un colpo di sonno causato da un guidatore affetto da OSAS, la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Obstructive Sleep Apnea Syndrome, OSAS). Recentemente un gruppo di ricercatori italiani ha pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica inglese “Chronic Respiratory Disease” una ricerca in cui è stata individuata, tra tutti gli incidenti stradali documentati, la percentuale di quelli attribuibili agli autisti affetti dalla sindrome delle apnee ostruttive del sonno. La ricerca ha evidenziato che in Italia nel 2014 sono stati ben 7.360 gli incidenti stradali causati da autisti affetti da OSAS che hanno causato 231 morti e 12.180 feriti con un costo sociale quantificato in 1.500.000.000 di euro circa. Per questo i ricercatori evidenziano la necessità di una attenta prevenzione e cura di questa patologia. Prevenzione e cura che vede il dentista in prima linea. Negli anni, infatti, l’approccio alle Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno è diventato un approccio multidisciplinare dove l’odontoiatra ha un ruolo importante sia nella diagnosi che nella cura evitando, nei casi più semplici (i più frequenti), terapie poco invasive e molto efficaci. Una percentuale molto elevata della popolazione generale si reca dall’odontoiatra almeno una volta all’anno quindi gli odontoiatri hanno la possibilità di intercettare precocemente i segni e sintomi dell’OSAS. Allo stesso tempo, possono valutare se il paziente presenta le indicazioni per essere sottoposto a trattamento con specifici dispositivi orali (Oral Appliances, OA). Dispositivi che mantengono la pervietà delle vie aeree posteriori alla lingua, spostando in avanti e/o mantenendo chiusa la mandibola e aumentando la dimensione verticale occlusale ed in alcune situazioni cliniche possono sostituire efficacemente l’utilizzo di complicate e poco pratiche apparecchiature utilizzate durante la notte. La Fondazione ANDI onlus ha da tempo attivato un progetto di formazione al fine di preparare i dentisti a riconoscere e trattare questa patologia. Chiedi al tuo dentista ANDI maggiori informazioni.

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